| Darla e Alec erano arrivati quasi subito, gli altri tardarono un po', ma Riky era troppo entusiasta per rovinarsi l'umore. Quindi, finse di non badarci e cominciò a parlare. "Bene. Buongiorno a tutti. Spero che abbiate dormito, in questi ultimi giorni, perché da oggi fino alla fine delle feste lo farete poco" Silenzio teatrale. Oramai era diventato il suo stendardo personale, questo fatto di interrompere le frasi a metà, illudendosi cercando di caricare l'atmosfera di elettricità. Chi lo conosceva, non ci faceva più caso; altri, quelli più sfrontati insomma, avevano provato a dirglielo - "guarda che sembri solo un coglione", "basta con questa storia", "parla, porco Merlino"... una volta c'era stato anche un "dovresti tacere per sempreTeylor, non solo quando desideri tu"; per non dimenticare il poco elegante “masturbati diversamente: così ci uccidi”- ma ogni tentativo era stato vano. Per cui, solo a rito terminato, Riky riprese a parlare. "Il ballo si avvicina. Questo è il mio ultimo anno ad Hogwarts, perciò voglio che la prossima edizione del giornalino sia la migliore degli ultimi tremila anni, voglio che di questo numero ne rimanga la memoria per i prossimi cinque secoli, e anche di più. Perciò, mie iene, uscite e attaccate! Setacciate ogni meandro del castello, scandagliate le profondità dell'anima di Hogwarts, raccogliete informazioni luculliane! Voglio la sporcizia voglio il sudiciume, voglio lo scandalo!" Altro silenzio. Altra parata. "Non tralasciate nulla, dovete controllare anche la polvere! Andate! Andate e portatemi qualcosa di grosso!". In quel momento, Riky desiderava ardentemente un pianoforte. Un pianoforte a corda capace di suonare da solo una musichetta lugubre che avrebbe accompagnato ogni sua esclamazione. Folle fino al midollo, con gli occhi che gli uscivano dalle orbite, si mise a fissare il soffitto. Era da internare. "E ricordate, miei prodi, che dovrò lasciare il testimone a qualcuno, entro la fine del prossimo anno..."
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