tregua di natale a settembre

Raphael Thorne aveva iniziato l'anno accademico nel peggior modo possibile: lezione coi ragazzi del VII anno. Non è che sospettava che Miss Landon lo avesse fatto apposta: ne era praticamente certo. Da allora sfoggiava un'espressione più costipata del solito, inamidava le camicie ancora di più e sorrideva ancora di meno.
Al momento sedeva al suo posto al tavolo insegnanti, ancora pressoché deserto visto l'orario. Quando si era seduto aveva impiegato circa dieci minuti a rimboccarsi all'indietro le maniche della camicia azzurrina che aveva scelto quell'oggi, e ora i suoi avambracci erano ornati da un risolvo millimetricamente perfetto e rigido come se fosse stato stirato in loco; aveva poi iniziato ad imburrarsi un toast con la solita maniacale attenzione. Ormai nemmeno la Gaunt gli diceva alcunché: dopo sette anni in cui lo vedeva tagliare le frittate in quadratini perfetti, impiegare un quarto d'ora abbondante a distribuire la marmellata sul pane e buttare via le uova se la linea che si formava sul guscio quando lui e rompeva non era perfettamente diritta, pure la donna aveva smesso di chiedersi perché e lasciato Raphael alle sue manie. Lui apprezzava molto.
Apprezzava molto anche il silenzio che avvolgeva la Sala Grande, il fatto di aver trascorso il pomeriggio precedente passeggiando per Edimburgo, il pensiero di aver preparato una verifica a sorpresa per il VI anno e la luce fievole che filtrava dal soffitto incantato, la quale gli illuminava splendidamente occhi e capelli.
In silenzio continuò ad imburrare il suo toast.

Raphael non prestò la minima attenzione al portone che si apriva: proseguì nel suo meticoloso lavoro di imburraggio del toast come se dall'esito dipendesse la sua stessa vita. In effetti la colazione era un rito molto importante per lui e per la sua psiche, anche se la gente non lo capiva; non esisteva al mondo niente di più buono e di appagante di un toast uniformemente bianco, e Raphael aveva bisogno di qualcosa di bello nella vita. Non riusciva a capire -non che si sforzasse particolarmente, comunque- quelle persone che spalmavano a caso il loro pane con due strisce di burro e tre di marmellata che si intersecavano solo per caso, lo addentavano in fretta e poi correvano a fare altro. Piuttosto che mangiare qualcosa di così vistosamente frettoloso, Raphael avrebbe preferito saltare la colazione. Sì, aveva creato una filosofia sull'imburraggio del toast, il che fa pensare che dedicava decisamente troppo tempo a questa operazione.
Quando il pane fu interamente bianco, lui ripose il coltello (stando attento a non macchiare il tavolo) e ne preso uno nuovo, che immerse nel barattolo della marmellata di fragole; iniziò dunque a stendere un perfetto e uniforme strato di rosso sopra al suo perfetto ed uniforme strato di bianco.
Aveva quasi concluso l'operazione quando un movimento catturò la sua attenzione; volse il viso quanto gli bastò per mettere a fuoco Oswald che prendeva posto accanto a lui.
Oswald.
Accanto a lui.
Raphael si sporse per osservare il resto del tavolo ed assicurarsi che i colleghi non fossero improvvisamente arrivati in massa mentre lui era concentrato sul toast, occupando tutte le sedie. Beh, non era così: il tavolo era deserto come quando lui era arrivato, ciò nondimeno Oswald aveva preferito sedersi accanto a lui.
Il sopracciglio sinistro di Raphael ebbe un piccolo fremito e si inarcò, unico mutamento nella sua faccia granitica -e graniticamente perfetta, ovviamente.
Oswald.
Accanto a lui.
Raphael continuò ad osservare il collega per la seguente manciata di minuti; poteva apparire semplicemente urtato da quella non richiesta tregua nel loro evitarsi il più possibile -in effetti in parte lo era-, ma in realtà stava cogliendo alcuni particolari e riflettendo. Che non si dica che Raphael Thorne non sa osservare le persone -semplicemente non ha alcun interesse a farlo dato che l'unica persona di cui gli importa è se stesso.
Quando Oswald ebbe finito di accomodarsi ed ebbe augurato un buongiorno ben poco ispirato per i suoi standard, Raphael si era ormai fatto un'idea ben precisa di cosa gli fosse accaduto.
Nel silenzio generale della semideserta Sala Grande, il toast perfetto di Raphael, dopo aver ricevuto un'ultima occhiata da parte di colui che lo aveva creato, scivolò nel piatto ancora vuoto davanti al posto di Daniel Oswald.

Oswald accettò il suo toast perfettamente perfetto e Raphael annuì una volta -o almeno pensò di farlo, in realtà non un solo muscolo del suo collo si mosse; approvava così il suo stesso gesto, ritenendo di aver compiuto la sua buona azione annuale e di essere dunque autorizzato a comportarsi come il re degli stronzi almeno fino a giugno.
Raphael aveva solo vaghi ricordi della sua prima lezione alla classe di Mattehws e Sparks -i quali erano allora degli innocenti undicenni- e siccome non soffriva ancora di alzheimer dava la colpa alla pratica inconscia della 'rimozione di trauma'; per fortuna i ragazzi del primo anno avevano solo poche ore di Rune durante l'anno, altrimenti Thorne probabilmente si sarebbe licenziato sei anni prima.
Siccome non aveva tempo di imburrare un altro toast e di certo non ne avrebbe mangiato uno imburrato male, allungò la mano verso il cestino dei panini l cioccolato e dopo un'attenta analisi scelse quello dalla forma più regolare; se lo mise nel piatto, ripulì attentamente il coltello nel tovagliolo e poi si apprestò a tagliare il pane in quattro fette quasi perfette. Si trattenne a stento dall'estrarre la bacchetta e trasfigurare leggermente il panino per fargli assumere una forma perfettamente tonda: lo avrebbe fatto volentieri, ma non voleva comportarsi come uno psicopatico.
Quando Oswald gli offrì il caffè, Raphael osservò il bricco che teneva in mano. Guardò la propria tazza vuota e annuì impercettibilmente.
Non cercò nemmeno di nascondere il suo fastidio per il fatto che Oswald si dimostrasse gentile; subito dopo, tuttavia, la sua educazione ebbe la meglio sui suoi nervi:
«Grazie, molto gentile.» gli riconobbe in tono apatico.
«Solo un goccio. Ne hai più bisogno tu di me.» aggiunse, riuscendo a sembrare più sardonico che gentile anche mentre pronunciava una frase simile. Certo, lui doveva sopportarsi Anfetamine Cook alla prima ora e poi affrontare Newmas, che avrebbe probabilmente fatto esplodere i dizionari, tuttavia Oswald doveva anche sopravvivere alla favolosa combinazione Grimm-Grainfield e poi sopportare per due ore gli esaltati del secondo anno. Raphael poteva sembrare insensibile, ma era invece capace di provare compassione per chi aveva davanti a sé una lunga giornata di lezioni subito dopo aver conosciuto Matthews.