S.E.S. Sane Elargizioni di Sarcasmo.

Al mondo ci sono due tipi di persone: quelle che comprano i regali di Natale la sera del 23 dicembre, e quelle che prima del 10 hanno già tutto pronto e impacchettato.
Raphael Thorne era il genere di persona che acquistava i regali di Natale ad agosto.
Ordinandoli per posta.
Il giorno di Yule faceva un rapido riepilogo di ciò che aveva acquistato, controllava lo stato dei pacchetti, ravvivava i fiocchi e scriveva i bigliettini; la mattina seguente iniziava la distribuzione, perché non solo odiava la ressa nei negozi ma odiava anche il mero pensiero di litigare con qualcuno per accaparrarsi un gufo. Alla vigilia di Natale i regali da lui spediti erano già pronti sotto l'albero dei destinatari, perfetti e ordinati proprio come, secondo il suo modesto parere, ogni cosa al mondo avrebbe dovuto essere.
Gestiva la sua timeline natalizia in questo modo fin da quando aveva quindici anni e non aveva mai incontrato un solo, singolo, inghippo. Per esempio, poiché era sia una persona poco socievole, sia una persona con standard molto elevati, non gli era mai capitato di conoscere durante i mesi autunnali nuove persone meritevoli di un suo dono, e di dover di conseguenza aggiornare il suo personale sacco di Babbo Natale.
Esatto: non gli era mai capitato.
Fino ad adesso.

Diagon Alley era piena come Raphael non l'aveva mai vista; era letteralmente cresciuto tra quelle vie, eppure in ben due occasioni aveva rischiato di prendere la direzione sbagliata perché la folla era così caotica da coprire ogni singolo punto di riferimento -cielo compreso, per l'amor di Merlino!
Nonostante il suo fastidio avesse ormai raggiunto un livello da record, nulla nella sua espressione lo tradiva: visto dall'esterno appariva imperturbabile e ammantato di adamiantico aplomb come un anziano lord che passeggia per la propria biblioteca personale. Più o meno l'esatto contrario di ciò che era veramente, insomma.
Attraversò la parete magica del Paiolo, attraversò il Paiolo strapieno e uscì in una via della Londra babbana che fingeva di non aver mai frequentato prima -anche se naturalmente non era così. La sciarpa azzurra e il cappotto chiaro lo rendevano particolarmente elegante, e solo un leggero tic al sopracciglio sinistro tradiva quanto fosse prossimo ad un omicidio. La prima persona che lo avesse riconosciuto mentre sgattaiolava da Hamley's, per esempio, avrebbe avuto ben poco da raccontare -a meno che non decidesse di rimanere in questo mondo come spirito, ovviamente.
Si infilò in una scorciatoia nota solo a pochi intenditori, un vicolino anonimo che costeggiava il retro dei negozietti di Carnaby Street e sbucava nel pieno della Regent, e lo fece cercando di prepararsi psicologicamente al delirio che avrebbe trovato su quel marciapiede.
Poco male, pensò: pur nella disorganizzazione, era organizzatissimo: sapeva già cosa doveva comprare e dove. Era solo questione di andarci. Non avrebbe vagato qua e là come uno scemo, sarebbe andato mirato. Era già qualcosa.
Si sistemò la sciarpa; ebbe uno spasmo involontario al labbro inferiore; prese un profondo respirò e uscì tra le luci sfavillanti, le vetrine e soprattutto la folla babbana di Regent Street.

«Buon Natale!» disse a Raphael una ragazzina con la rossa maglietta di Hamley's, facendo per porgergli una borsa per gli acquisti.
«Buon Natale.» rispose Raphael formale, evitando borsa, ragazza, calca all'ingresso, ventata di calura dalle ventole del riscaldamento e anche due bambini saltellanti, il tutto con un unico movimento piuttosto aggraziato. Si allentò la sciarpa azzurra, e questo fu tutto ciò che si concesse.
Si era aspettato che l'ingresso da Hamley's sarebbe stato traumatico, dunque le urla, le luci, la calura, i nani che correvano di qua e di là con un coro di 'mamma me lo compri?' e 'papà guarda questo' furono da lui accolti con pacata rassegnazione.
Guardò per qualche secondo il cartello delle indicazioni davanti alla scala mobile, poi ruotò su se stesso pronto a prendere l'ascensore fino all'ultimo piano, saltando tutti quelli intermedi e aumentando così la speranza di vita di molti pargoletti -e poi c'era chi sosteneva che lui non fosse una persona altruista, ah!
Quando il movimento fu completato, Raphael si trovò a guardare una collezione sudaticcia e urlante di bambine in vestiti di tulle e, dietro di loro, Brianna Fraser. Sbatté le palpebre una volta, poi appurò che si trattava davvero della Fraser.
Girò intorno alle bambine, stando ben attento a mantenere tra sé e le loro manine sudate almeno mezzo metro di agio.
«Cruciami.» chiese.
Tradotto in inglese, era qualcosa come 'Ciao e Buon Natale'.

La Fraser gli si avvicinò, schivando i bambini con aria meno disgustata di quella che Raphael continuava a sfoggiare. Se è vero che siamo geneticamente predisposti a trovare i cuccioli carini al fine di garantire la continuazione della specie, qualcosa in Raphael doveva essere geneticamente fuori posti; erano pochi i bambini che, nel corso della sua vita, non avesse trovato detestabili, e si contavano sulle dita di una mano sola (monca) quelli che aveva definito 'piacevoli'. Al momento quelli che lo circondavano erano a dir poco esecrabili: nanetti urlanti e sudati cresciuti in mezzo alle scimmie, o ad una famiglia altrettanto capace di impartire educazione e buone maniere.
«Il mio testamento si trova già in mano al mio avvocato, non preoccuparti.» rispose; poteva sembrare una battuta fatta per stare al gioco e continuare la surreale conversazione, ma in effetti conoscendo Raphael Thorne era anche possibile che lui davvero avesse già provveduto a redarre un testamento che sistemasse i suoi averi e rendesse pubbliche le sue ultime volontà. Una persona meticolosa e paranoica come lui, del resto, non veniva sorpresa mai da niente, nemmeno dalla morte.
«Possiamo procedere con la morte.» mentre così parlava, una bambina si schiantò ridendo contro i suoi polpacci. Raphael sgranò gli occhi, e non si mosse di un millimetro «Mia o altrui» terminò con una voce che davvero non prometteva nulla di buono. Si volse, lanciò un'occhiata fulminante alla bambina e poi a quella che pensava essere la madre.
«Meritiamo l'estinzione.» disse poi, lanciando una nuova occhiata carica di pathos alla Fraser.

Non avrebbe Schiantato una bambina, né l'avrebbe redarguita, perché era perfettamente consapevole del fatto che, a quanto pare, era comunemente accettato che 'i bambini sono innocenti'; tuttavia non vedeva ragione alcuna per risparmiare un'annotazione alla madre, che tra l'altro era la responsabile della mancanza di educazione della figlia -nonché propria, dato che non sembrava intenzionata a fare qualcosa per impedire che la sua prole fosse un disturbo per chiunque altro al mondo.
Un orso ballerino, tuttavia, si mise tra lui e la signora in questione, calamitandosi subito intorno un sacco di bambini altrettanto ballerini. Il sopracciglio di Raphael si arcuò mentre guardava il peluche, perché d'accordo che si trovavano da Hamley's e lì i babbani avevano montagne di roba incredibile, ma lui era ancora in grado di distinguere tecnologia e magia.
Ancora con quell'espressione scettico-ironica in faccia si voltò a scoccare un'occhiata a Brianna, che stava mettendo via la bacchetta magica senza fare commenti a riguardo. Non ne fece nemmeno Raphael.
Scosse la testa ad entrambe le proposte.
«Quarto piano di questo posto. Sezione di destra.» fece la sua proposta, che più che una proposta pareva proprio un ordine. Infatti, senza stare a sentire se la Fraser avesse qualcosa di meglio da fare che accompagnare lui per i suoi acquisti, riprese il percorso verso l'ascensore. La porta era aperta e lui vi si infilò dentro fingendo nonchalance, poi allungò un braccio per evitare che si richiudesse prima che Brianna lo avesse raggiunto. Andiamo, era ovvio che lei non avesse niente di meglio da fare che seguire lui: era esattamente il genere di persona che si divertiva ad impedire gli omicidi e a guardare le grugnose facce di Raphael.

«Probabilmente anche l'acqua.»
Le porte dell'ascensore si chiusero dietro Brianna, e Raphael socchiuse per un attimo le palpebre; la sua espressione si fece così angelicata che avrebbero anche potuto dedicargli una poesia. Durò solo un secondo, naturalmente: giusto il tempo che intercorse tra il momento in cui le sue orecchie si bearono del ritrovato silenzio, e quello in cui il suo cervello gli ricordò che la vita faceva comunque schifo e che molto altro rumore lo attendeva al piano di sopra.
Mentre l'ascensore saliva, Raphael osservò Brianna con un'espressione molto eloquente. Stava cercando di immaginare come mai la vita di Shane Fraser era in pericolo, e come la presenza di Brianna lì avrebbe potuto scongiurarlo. Così su due piedi gli venivano in mente almeno cinque scenari differenti -quattro dei quali vedevano anche la viva partecipazione di Liffey Uomo.
«Vorrei avere anche io una perifrasi per far sembrare il tutto molto più di classe...» rispose poi, col solito tono sussiegoso e uno sguardo di complicità per la Fraser «...ma -ahimè- il mio cervello è entrato in modalità di risparmio energetico circa mezz'ora fa e quindi mi tocca ammettere, semplicemente, di essere qui per comperare un regalo.»
Nonostante il suo tono thornico, riuscì a far suonare la parola 'regalo' come se si trattasse di qualcosa di molto brutto che in condizioni normali avrebbe dovuto riguardare solo gli altri, e non lui medesimo.
«Non fare ulteriori domande, e non ti dirò bugie.» aggiunse poi, onesto, per prevenire qualsiasi 'a chi?', 'perché?' o 'cosa?'.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono Raphael cedette il passo a Brianna, e approfittò di quella manciata di secondi anche per socchiudere gli occhi -stavolta non con beatitudine ma con dolore- mentre una nuova ondata di rumore investiva il suo cervello.

Raphael si diresse miratamente (come aveva progettato di fare fin da quando si era alzato dalla sua comoda poltrona) verso il reparto designato, riuscendo ad evitare commessi, bambini e droni volanti come se avesse un radar incorporato nel cervello. Con quello sguardo serio e scocciato, quella camminata veloce e quella posa rigida sarebbe sembrato un pipistrellaccio molto molto inquietante o un losco figuro di altro genere se non fosse stato biondo e piacente. Per fortuna lo era, così evitò di essere guardato male o interrogato con apparente nonchalance circa le sue intenzioni in quel luogo.
Fissò per quattro secondi la vetrinetta.
Localizzò ciò che voleva.
Allungò una mano verso destra ed estrasse dal nulla un commesso, al quale indicò il prodotto.
Aspettò che il ragazzo aprisse la vetrinetta e gli mettesse una scatolina in mano.
«Desidera al-»
«No.»
A quel punto Raphael si diresse alla cassa più prossima e pagò.
Valutò davvero la possibilità di chiudersi in un bagno e Materializzarsi ben lontano da lì.
Poi valutò la più legale alternativa di uscire dal negozio a piedi come vi era giunto, spostarsi in qualche vicolo e Materializzarsi da lì.
Infine si diresse verso sinistra, alla ricerca della Fraser.

Fu la Fraser a trovare lui. Lo affiancò e gli pose una domanda la cui risposta sembrava a Raphael più che ovvia.
La formulò ugualmente a parole, come segno di ringraziamento alla Fraser per avergli evitato Azkaban poco prima -che non si dica che Raphael Thorne nons apeva sdebitarsi.
«Sì.» disse «Più in fretta di quanto pensavo e temevo.» aggiunse.
Non sapeva se Brianna aveva qualcosa da comprare o visionare lì, e in tutta onestà nemmeno la valutò come una possibilità: come sempre, nella mente di Raphael il mondo girava attorno a Raphael. Senza nemmeno interrogarsi circa la possibilità che la Fraser potesse avere dei programmi, Raphael fece automaticamente strada verso l'ascensore, per tornare da dove erano venuti.
L'ascensore sembrava essere lì ad aspettarlo, così Raphael fece entrare Brianna, poi entrò a sua volta e finse di non sentire una signora che sopraggiungeva di corsa chiedendogli di bloccare un momento la porta. Mentre l'ascensore scendeva, Raphael spostò la borsina col suo regalo sull'altro braccio ed estrasse la bacchetta dalla tasca.
«Ti inviterei volentieri a bere qualcosa.» esordì poi in tono strascicato, quasi che lui facesse un piacere al mondo a degnarsi di degnarlo della sua presenza «Ma solo se ci Materializziamo direttamente in qualsiasi posto non sia questo» e mosse la bacchetta tra le dita mentre sollevava le sopracciglia in modo eloquente.
Diagon Alley poteva andare bene, per esempio.
A Diagon Alley poteva schiantare la gente senza che il Ministero per la Segretezza aprisse un'indagine su di lui.