How to set up a threesome

martedì 17 dicembre 2013, tardo pomeriggio

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    abyssum abyssus invocat

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    Newton "Sfiga" Newmas
    Tassorosso ❖ VI

    Quando il professor Campbell aveva iniziato ad estrarre i nomi dei componenti di ogni coppia di quel progetto di ricerca, naturalmente Newton aveva sperato di finire in gruppo con Caleb. Poi si era ricordato che l'ultima volta in cui lui e Caleb avevano dovuto svolgere insieme una ricerca Caleb ne aveva per caso trovata una già pronta tra gli scaffali della Biblioteca, e lui le aveva fatto prendere fuoco.
    Per.
    Tre.
    Volte.
    Consecutive.
    Si era dunque messo a sperare con intensità di finire in coppia con la Kelly -anche se probabilmente non sarebbe affatto stato in grado di lavorare, o di sembrare un essere umano non lobotomizzato e si sarebbe umiliato in mille modi. I bigliettini che il prof stava estraendo non avevano esaudito le sue preghiere: si era ritrovato in coppia con Holly Breen.
    Non che se ne lamentasse, sia chiaro: la Breen era una ragazza piacevole e Newt non aveva mai avuto problemi con lei. Semplicemente avrebbe preferito qualcun'altro: qualcuno che fosse già abituato a rischiare costantemente la vita in sua presenza.
    All'orario stabilito del giorno stabilito (il martedì, dopo le lezioni del pomeriggio ma prima di cena) Newt entrò in biblioteca e si accomodò al primo tavolo disponibile. Aveva appena finito di estrarre i suoi fogli di pergamena quando sentì freddo ai piedi: guardando in terra, scoprì si trovarsi seduto sopra un vecchio tubo dell'acqua appena esploso. Mentre due Prefetti si incaricavano di correre dal Bibliotecario e dal Custode, Newt raccolse le sue cose e si spostò ad un altro tavolo, proprio sotto le finestre. La prima sedia sulla quale si accomodò cedette mandandolo col culo a terra, ma la seconsa che prese pareva bella solida. I volumi che tolse dalla borsa gli caddero sul piede. Quelli che attirò magicamente dagli scaffali gli arrivarono diritti in faccia.
    Nulla di tutto ciò parve provocare rabbia o sorpresa in Newton.
    Alla fine si accomodò davanti ad un'ordinata pila di libri, fogli e strumenti di cancelleria, in attesa di essere raggiunto dalla sua compagna di ricerca -ammesso che nel frattempo non si fosse presa una malattia rarissima e mortale.
    «Le tartarughe sono ciniche, si aspettano sempre il peggio»
    «Perché?»
    «Perché gli capita spesso, immagino.»
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    Edited by Glowen - 13/1/2016, 19:06
     
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  2. .patang
     
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    NADIA COHEN
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    Quel giorno si era data tutto il tempo necessario per: gozzovigliare, per leggere, per abbracciare e urlare. Insomma, per fare cose (in)utili.
    Ed inoltre aveva avuto il tempo di pensare a dedicarsi alla ricerca che Campbell aveva assegnato loro per domani: a dire il vero era un compito a coppie. A coppie, lo sapeva anche lei, significava in due, ma visto che il sorteggio l'aveva condannata a condividere secondi preziosi del suo tempo con Gordon, aveva deciso piuttosto di occuparsi lei dell'intera faccenda, piuttosto che di ritrovarsi con l'essere più idiota di tutta Hogwarts (ma lei confidava anche di tutto l'Universo).
    Insomma, qualunque tentativo di collaborare con lui sarebbe risultato assolutamente inutile, perché Gordon avrebbe passato la maggior parte del suo tempo non tanto a concentrarsi, ma a tentare di risvegliare il suo unico neurone per poter assorbire la nozione di "collaborazione".
    Fu per questo motivo che capitò in Biblioteca, unico luogo tranquillo - e per questo da lei in parte odiato, anche se l'altra lo amava talmente profondamente che si dimenticava di odiare il silenzio - di tutto il Castello (non è vero, ma era l'unico luogo dove lei potesse smettere di aumentare la propria scoliosi) e fu così che incontrò Newt, che aveva giusto lasciato qualche ora prima a pranzo. Lo scorse nel salire le scale e ebbe la conferma che fosse lui quando una serie di libri si gettarono su di lui da una delle mensole - ovviamente tutto senza un motivo apparente-; iniziò praticamente a correre, provocando una serie di fastidiosissimi scricchiolii alla sua borsa di cuoio, i cui inserti in metallo stavano ormai cedendo.
    Ovviamente successe che: riuscì a infastidire chiunque all'interno di un raggio di cinque metri e la cartella si ruppe, proprio mentre Nadia si slanciava su Newt abbracciandolo: «Neeew-ops!-t!» gli appoggiò per qualche secondo la testa sulla spalla e poi si mise a raccogliere disordinatamente i volumi caduti al suolo; non fece una piega per quella scena: era abituata al fatto che eventi che il suo comportamento favoriva con Newmas intorno si verificavano per davvero. «Allora? Cosa ci fai qui, pulzelletto?»



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    Edited by .patang - 13/1/2016, 19:06
     
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    abyssum abyssus invocat

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    Newton "Sfiga" Newmas
    Tassorosso ❖ VI

    Newt accolse l'abbraccio di Nadia come qualcuno che è abituato a riceverne (lo era) e ricambiò posandole le mani sulla schiena. Pareva si fossero appena ritrovati dopo la guerra, invece avevano trascorso la pausa pranzo chiacchierando allegramente di cose senza senso.
    «Ops, sono dispiaciuto» commentò il ragazzo quando la borsa di Nadia si ruppe, rovesciando il contenuto sul pavimento. Newton non aveva neppure toccato la borsa, ma era assolutamente pronto a prendersi la colpa dell'accaduto. Avrebbe volentieri aiutato l'amica a raccogliere i libri, ma quandi si alzò dalla seggiola urtò con il tavolo con il ginocchio; lui avrebbe detto di averlo appena sfiorato, ma a quanto pareva il colpo era stato ben più forte dato che la sua boccetta d'inchiostro si rovesciò sul manuale della biblioteca che Newt aveva preso per la ricerca.
    Mentre Nadia, dunque, recuperava i suoi libri, Newton fu impegnato a tamponare il danno con una dose abbondante di carta assorbente. Rivolse un piccolo sorrisino a Nadia mentre si avviava a gettare la suddetta carta nel cestino più prossimo.
    «Io e la mia compagna abbiamo irragionevolmente rimandato la ricerca fino ad oggi.» rispose alla sua domanda.
    Tornò al tavolo, si infilò con grazia nello spazio tra la sedia e il tavolo e si sistemò gli occhiali sul naso (lasciandosi sulla guancia uno sbuffo d'inchiostro, ma lui non ci fece caso). A quel punto fece un cenno della testa verso la compagna come a chiederle "E tu?".
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  4. maggie_stark
     
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    Holly Breen
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    Holly aveva una fame da lupi dopo l'intensa giornata scolastica e si sarebbe fiondata molto volentieri a cena. Ma ancora non aveva fatto la ricerca per Storia! Chissà perchè una persona ordinata e precisa come lei si riduceva sempre a fare i compiti all'ultimo minuto. Il suo compagno di coppia, Newton Newmas, semrava assomigliarle molto per quanto riguarda l'abitudine di rimandare il più possibile. Quindi Holly non poteva andare in Sala Grande a soffocarsi di pudding di patate perchè quella era l'ultima sera a disposizione per lei e Newmas per mettere insieme i loro lavori e creare una buona ricerca per l'indomani.
    Holly arrivò alla biblioteca un pò in ritardo perchè si era incantata a guardare gli uccelli che migravano. Sapeva di essere in ritardo, sperava che Newmas non glielo rinfacciasse. Lui non sembrava il tipo, ma Holly era piena di paranoie e quindi avanzò per la stanza con la testa bassa a fissare le scarpe. Alzò lo sguardo solo per localizzare il compagno di Casa e lo sguardo fu così breve che non si accorse che con lui c'era anche la Cohen fino a quando non fu così vicina al tavolo da poterlo toccare.
    -Ciao- disse Holly -Era oggi vero?- domandò non riuscendo a spiegare la presenza della Cohen al loro appuntamento per studio. Nel frattempo però Holly aveva anche trovato il tempo di sorridere alla Grifondoro, che le era sempre piaciuta.
    Holly Margaret Breen
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  5. .patang
     
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    NADIA COHEN
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    «Macché, dispiaciuto: lo sai benissimo che io faccio tutto ciò che è possibile perché queste situazioni si verifichino sul serio.» replicò, guardandolo dal pavimento dove si era seduta a gambe incrociate, troppo pigra per pensare di rialzarsi. Fissò per qualche secondo la borsa rotta sul fondo, sospirò e poi diede un colpo di bacchetta. Erano una bella coppia, lei e Newt: lei che sistemava cartelle sul pavimento, lui che cercava di assorbire l'inchiostro che si era rovesciato sul tavolo. Gli lanciava qualche occhiata, Nadia, ma non aveva adottato un'espressione precisa: per chi non avesse conosciuto Newmas, la situazione sarebbe parsa strana; qualcuno, perlomeno, si sarebbe preoccupato: avrebbe chiesto all'amico come stesse il suo ginocchio, se avesse bisogno o meno. Ma la Cohen era piuttosto consapevole che la risposta ad ogni sua possibile domanda sarebbe stata "no"; quindi, sorrise e lo seguì con lo sguardo mentre si muoveva fino al cestino, dove lo vide gettare i pochi lembi di carta assorbente sopravvissuti all'attacco dell'inchiostro - molto del quale gli si era sparso sul volto.
    Aspettò che si sedette e poi, con un gesto goffissimo si protese verso di lui e con il dito gli pulì il naso: per Nadia non c'erano confini, sia a livello fisico che a livello psicologico; dunque, non vi era bisogno che lei chiedesse il permesso per sbattere il proprio dito sulla faccia altrui (aveva fatto di peggio).
    «Molto meglio, direi.» proferì, soddisfatta. «Eheh, sono nella stessa medesimissima situazione: sono qui per lo stesso motivo, ma poiché il mio compagno è Not-so-Bright, la farò da sola. Mi rifiuto di averlo tra i piedi.» stava giusto per chiedergli chi fosse la sua, di compagna di studio, ma una voce leggera la distrasse da tale intento «Oh, ma è Holly la tua compagna! Lucky you!» si congratulò a bassa voce (secondo i canoni di Nadia), buttando le braccia all'aria, quasi che Newt avesse appena sbocciato una bottiglia di vino rosso «Comunque, ciao.» pigolò in direzione della Breen, sorridendo a cinquecento denti.


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    Newton "Sfiga" Newmas
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    Quando Nadia si sporse per ripulirgli il viso Newt, preso alla sprovvista, fece un brusco movimento che portò la boccettina d'inchiostro a rovesciarsi di nuovo: siccome, però, era ormai totalmente vuota il danno fu minimo. Newton la raccolse di nuovo, pulì le poche gocce di inchiostro stillate sul tavolo e la richiuse accuratamente -non che prima non l'avesse fatto: o quel tappo aveva una tenuta davvero minima, o il mondo ce l'aveva particolarmente con lui, quell'oggi.
    «Gordon.» ripeté le parole di Nadia, felice che non fosse toccato a lui. Se c'era una persona nella loro classe che poteva tenere a bada Gordon, quella persona era proprio Nadia; se anche lei si rifiutava di passare con quell'armadio più tempo del necessario, nessun'altro avrebbe potuto farlo -tranne Caleb, ma Caleb meritava sempre dei discorsi a parte.
    «Non avrebbe potuto andarti peggio, non mentirò.» diede corda ai (giusti e giustificati) lamenti della compagna. Proprio mentre stava annuendo gravemente Holly comparve nel suo campo visivo, con aria timida e remissiva. Newton non poteva darle torto: probabilmente stava tenendo la testa bassa per evitare di venir colpita da qualche libro voltante. Invece che esserne offeso, la accolse con un bel sorriso.
    «Sì, a meno che tu non sia riuscita a convincere il prof a posticipare la consegna di una settimana» esordì, sollevando su di lei uno sguardo speranzoso nascosto dietro gli spessi occhiali «No, eh?» terminò, quando vide che no, la Breen non stava per stappare una bottiglia di champagne e comunicargli che la sua femminilità aveva persuaso Campbell ad annullare del tutto il compito.
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  7. maggie_stark
     
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    Holly Breen
    Tassorosso ❖ VI

    Quando Holly fu abbastanza vicina per sentire le voci di Newmas e Cohen lei stava giusto dicendo che Newmas era fortunato ad avere lei come compagna di lavoro. Holly si sentì imbarazzata non tanto dall'idea in sè (perchè sapeva di essere una brava studentesse e di essere meglio per esempio di Bright Gordon!) ma un pò dall'allegria con la quale Cohen la gridò ai quattro venti in sua presenza. Holly reagì concentrandosi su altro: appoggiò la sua borsa sul tavolo e iniziò a togliere i libri senza rivoglere a nient'altro gli occhi e apparentemente nemmeno le orecchie.
    -Mi spiace- confermò i sospetti di Newton guardandolo divertita, perchè lui le piaceva anche se stargli vicino era sempre un pericolo. Poco dopo trovò la forza di rivolgersi anche a Nadia.
    -Mi spiace anche per la tua assegnazione con Gordon. Ovviamente ci farà piacere se fai compagnia a noi, vero?- Holly non era molto abituata a prendere iniziative come questa quindi chiese conferma a Newton anche se sarebbe stato strano che lui avesse qualcosa da ridire visto che lui e la Cohen erano buoni amici a quanto ne sapeva Holly.
    -Ho preparato questi- Holly si era seduta e prese dei fogli da un grosso manuale di storia: erano dei riassunti graziosi di un libro di folklore -Se non serviranno a noi magari possono servire a te- disse Holly spiegando così che aveva già lavorato un pò da sola non perchè non si fidasse di Newton ma a tempo perso, nella noia, tanto per fare qualcosa. Si sistemò i capelli corti dietro le orecchie da dove ricaddero subito giù tormentandole il viso.
    Holly Margaret Breen
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  8. .patang
     
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    NADIA COHEN
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    Nadia ridacchiò alla scena successiva: Newt non era semplicemente sfortunato, ma anche goffo. E visto che ogni due per tre gli capitava qualcosa, e quel qualcosa era spesso incredibile, e lei aveva riserve di sorrisi sempre, non poteva fare a meno di sorridere al suo indirizzo circa ogni secondo.
    «Certo che non poteva andarmi peggio: fosse stata una ricerca per Incantesimi mi sarei potuta divertire, almeno in qualche modo; lo avrei potuto gestire come al solito, in qualche modo. Ma una ricerca di Storia per Campbell...no. Avrebbe rovinato l'atmosfera con i suoi grugniti: non lo avrei potuto accettare.» commentò, acchiappando una ciocca e giocandoci con le dita, mentre roteava gli occhi per sottolineare ulteriormente il proprio disappunto. A lei Gordon non piaceva, e non era un mistero. In generale, era piuttosto in grado di tenerlo a bada, ma poiché Storia era tra le sue materie predilette non si sarebbe mai arrischiata a fare una ricerca con Bright: era improponibile.
    Seguì con lo sguardo i movimenti lenti di Holly: le piaceva osservare le persone; quello di cui spesso non si rendeva conto, però, era che non tutti volessero essere guardati così tanto. Di certo, non individui così remissivi come la Breen, che dimostrava spesso una certa timidezza.
    «Ti ringrazio per tanta gentilezza.» iniziò, piacevolmente stupita da quella proposta così spontanea ed empatica (intendiamoci: tra le poche cose di cui si rendeva conto Nadia di se stessa era che fosse una gran rompiscatole, la maggior parte del tempo)«Se Newt non ha niente in contrario mi metto qui; giuro che sarò molto silenziosa.» sembrava una promessa, ma la infranse immediatamente:«Wow!» esclamò, entusiasta alla vista di così tanti fogli e così graziosamente vergati: le piacque in più anche la calligrafia di Holly, ma non fece ulteriori commenti. Cercò di ridimensionarsi, ma non la aiutò il fatto di essersi alzata di colpo e il fatto di continuare a toccarsi i capelli, spostandoli da una spalla all'altra. «Scusa. E' che adoro in maniera spropositata Storia; in più, sembra che queste informazioni tu le abbia prese da un manuale sul folklore o mi sbaglio?» gli occhi le brillavano, e ormai era impossibile da fermare. «Cercherò di non disturbarvi, prometto.» e si fece una croce sul cuore, continuando a sorridere sia verso Holly che verso Newt.


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    abyssum abyssus invocat

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    Newton "Sfiga" Newmas
    Tassorosso ❖ VI

    «Peccato.» disse Newt quando Holly confermò i suoi sospetti: nessuno, a quanto pare, aveva convinto Campbell a rimandare la consegna per un compito che lui aveva rimandato fino all'ultimo momento. Loro, in realtà: Newton si sentiva onesto, e non paraculo, a puntualizzare che la colpa era tanto sua quanto della Breen. Certo, poteva capire che nessuno fosse entusiasta all'idea di passare del tempo chiuso con lui in una stanza piena di pesanti volumi magici, tuttavia Holly gli era sembrata vogliosa di rimandare il compito per ben altri motivi: una totale mancanza di voglia di applicarvisi, per esempio.
    «Ma naturalmente!» rispose alla compagna, e sollevò un grosso sorriso verso Nadia: per lui era ovvio che Nadia si sarebbe fermata con loro, ecco perché non l'aveva invitata a farlo, né aveva chiesto a Holly il permesso. Affascinato dai fogli di Holly, li osservò e poi le scoccò un grande sorriso, prima di spingere verso di lei, con un gesto eloquente, il manuale che lui si era procurato e che aveva riempito di post-it e segni colorati; beh, dai: non dovevano proprio partire da zero, almeno!
    Sollevò gli occhi dal paragrafo che stava indicando ad Holly solo per scoccare un'occhiata a Nadia.
    «Ovvio che non sarai silenziosa» le disse, perché conosceva Nadia troppo bene per illudersi di trovarla tranquilla «Ma puoi restare comunque. Questi, però, prima di essere tuoi sono miei!» e le strappò dalle mani i fogli di Holly, portandoseli davanti al viso e iniziando a leggerli -non senza, prima, aver scoccato un sorriso alla Grifondoro.
    Dopo un attimo di silenzio, si rivolse alla compagna di studio.
    «Sai, penso che la tua ricerca possa esserci utili se le creiamo intorno un contesto iniziando da-...»
    la spiegazione di Newton, che aveva appena avuto un'idea che reputava piuttosto geniale per risparmiarsi un po' di tempo ma creare comunque un lavoro dignitoso, fu interrotta da un rumore che suonava come uno sfrigolio; Newton stesso non capì subito da dove provenisse, e si guardò intorno per localizzarne la fonte, anche leggermente preoccupato. Qualche secondo dopo realizzò che non c'era nulla per cui agitarsi: erano solo i fogli di Holly che avevano preso spontaneamente fuoco e si stavano sgretolando tra le sue mani. dove chiunque altro avrebbe gridato, se non altro di stupore, avrebbe gettato via i fogli e si fosse alzata rapidamente, Newt reagì con calma invidiabile: posò il plico di fogli sul tavolo, prese la bacchetta ed eseguì un rapido incantesimo che soffocò le fiamme, il tutto senza scomporsi.
    «-...Oppure no.» terminò il suo discorso, con l'aria mesta di chi è ben abituato ad eventi del genere.
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    Holly Breen
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    Per Holly fu piacevole guardare lo scambio di frasi e gesti tra Newton e Nadia: con quelli mostravano tutta la loro amicizia più di quanto avrebbero fatto se si fossero messi ad abbracciarsi e urlarsi che si volevano bene. Holly li guardava di sottecchi perché le piaceva osservare le persone senza però sembrare invadente ed essere vista a farlo e aveva un piccolo sorriso sulle labbra. Newt era probabilmente la persona più sfigata dell'intero globo, ma aveva una certa delicatezza e inoltre a Holly lui sembrava un ragazzo ottimo: rispettoso e gentile, capace di autoironia e di mettere gli altri prima di sè stesso. Nadia gli piaceva per i motivi opposti: perché era esuberante e folle e scaldava come un sole che esplode!

    «Se Newt non ha niente in contrario mi metto qui; giuro che sarò molto silenziosa.»
    «Ovvio che non sarai silenziosa»

    Holly abbassò il viso e si coprì la bocca con la mano fingendo di guardare i fogli che aveva estratto e di doversi grattare la punta del naso ma in realtà stava ridendo. Non apertamente, ma lo stesso con una sincerità che non voleva far vedere e preferì nascondere. Si sistemò di nuovo i capelli dietro le orecchie e si decise a alzare la faccia e partecipare a quello che stava succedendo lì attorno.
    -Sono contenta che siano util....- stava dicendo Holly. Poi sgranò gli occhi affascinata e orripilata guardando il fuoco tra le mani di Newt. Lui no si mostrò assolutamente turbato, non ebbe nemmeno un sussulto, mentre Holly da parte sua osservò tutta la scena con gli occhioni sgranati e la bocca aperta come se Thorne fosse appena passato sopra al loro tavolo nudo sventolando pon pon rosa e cantando l'inno nazionale americano.
    Holly era quasi sconvolta.
    Quando il fuoco fu domato lei impiegò molti secondi prima di ritrovare le parole e queste le uscirono in un tono isterico da bambina.
    -Ma...ma....ma- incominciò -Tu devi fare qualcosa! Insomma, non è giusto!- disse Holly sottolineando col tono che era sconvolta, dispiaciuta e stupita tutto insieme e che non riteneva giusto che il fato si accanisse così contro Newmas....anche se nemmeno lei avrebbe saputo esattamente con chi prendersela per questa ingiustizia.
    Holly Margaret Breen
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  11. .patang
     
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    NADIA COHEN
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    Stava giusto per allungarsi verso Newt e tentare di strappargli nuovamente i fogli di mano - in realtà lei sperava in una sorta di lotta greco-romana, ma aveva sempre paura che questo comportasse la morte dell'amico, o qualcosa che vi andasse vicino -, ma le pergamene presero fuoco.
    D'incanto.
    D'improvviso.
    C'erano voluti anni di allenamento per sopportare che la sfiga si abbattesse su Newmas con così tanta acrimonia: i primi tempi era stato difficile non pensare ad una maledizione, ad un nemico nascosto nel buio della notte o ad uno spiritello. In tempi successivi, aveva digerito sempre più la situazione, fino ad imparare a scherzarci sopra.
    «Ti avevo detto di lasciarli a me.» proferì, con una strana pacatezza che le fece comunque arricciare gli angoli delle labbra e illuminare gli occhi. Si voltò verso Holly e, a quel punto, sorrise ancora di più, a metà tra l'allegro e il sconsolato. «Purtroppo le abbiamo tentate tutte: per ora non c'è soluzione.» soprattutto quando erano ubriachi (il che accadeva spesso, ultimamente) Nadia e Newt si spingevano verso le alte vette della sperimentazione su umani. Erano stati capaci di pronunciare parole a caso che dovevano essere incantesimi o anche di preparare pozioni assolutamente casuali, nella speranza che almeno uno di questi potesse porre rimedio alla situazione di Newmas. Fortunatamente, nella loro vita esisteva Vogel: lui sequestrava sempre tutto. Ovviamente all'ultimo, quando Newt aveva rischiato la vita almeno una ventina di volte nel giro di cinque minuti.

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    Newt era così abituato alle sue sfighe che si stupiva quando gli altri se ne stupivano. Per lui che la sfiga fosse infinita e che avesse qualcosa di personale contro di lui era ormai un dati di fatto, come che il cielo sia blu e che sott'acqua non si possa respirare.
    Siccome Holly sembrava sinceramente sconvolta e molto, molto dispiaciuta, Newt fu rapido a metterle una mano sul braccio, sporgendosi un po' verso di lei, e rivolgerle un sorriso sereno e caldo.
    «Non preoccuparti» le disse, ed era sincero. Non era un 'non preoccuparti' detto tanto per dire. Newt lo credeva davvero. Lui credeva sempre a quel che diceva. «Va bene così. Sto bene. Dico davvero, non fare quella faccia, ti prego, mi metti in imbarazzo.» disse, cercando di far togliere alla Breen quell'aria oltraggiata.
    Se la immaginava a brandire una spada fiammeggiante e andare ad affrontare a gran voce gli dei in persona, e di certo Newt non voleva che qualcuno facesse questo per lui.
    Tirò fuori un altro sorrisino sereno, giusto per sicurezza.
    A quel punto puntò il pollice in direzione di Nadia, che come sempre era molto serafica dinnanzi alle sue tragedie: dopo sei anni di profonda amicizia, c'era ben poco che potesse cogliere Nadia di sorpresa. Forse se Atlantide fosse riemersa dai mari e dall'oblio solo per schiantarsi sulla testa di Newt, Nadia si sarebbe mostrata colpita. Forse.
    «Come dice lei: le abbiam provate tutte.» confermò, poi parve ripensarci «Cioè, quasi. Abbiamo in programma per la prossima luna piena di provare a sacrificare Vogel su un altare di marmo bianco» un rapido sorriso in direzione di Nadia, la condivisione di una battuta su un comune amico «Ma non siamo certi se sia per gli dei o per liberare la scuola.» concluse con un sorriso. Era certo che i loro compagni avrebbero proposto a Miss Landon di conferire a Newmas una medaglia per i servigi resi alla scuola se lui avesse eliminato Falko Vogel e la sua travolgente simpatia -una medaglia che probabilmente gli sarebbe caduta su un alluce, ma questa è un'altra storia.
    «D'accordo, bellezze. Torniamo a concentrarci.» esordì, e spinse il grosso volume verso la Breen, indicandole il capitoletto della pagina di destra «Cosa ne dici di questo articolo? Per me è buono come contesto generale.» spiegò.
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    Holly Breen
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    Holly ascoltò Nadia, ascoltò Newton. Lui sembrava rassegnato, lei divertita. Holly non riusciva a togliersi quell'espressione dalla faccia nonostante Newmas gli avesse chiesto di non guardarlo così. Ma Holly continuava: bocca aperta, occhi sgranati e palpebre che di continuo si sbattevano.
    I sorrisi di Newt però erano...sinceri. Sereni. MOLTO sinceri e sereni.
    Alla fine Holly cedette e si diede una scossa per scacciare lo stupore.
    -Sei un eroe, Newt. Non so come tu possa sopportare tutto questo con tanto zelo- disse Holly. Mentre lo diceva cercò lo sguardo di Nadia quasi certa che avrebbe avuto il suo supporto nel elogio di Newmas: loro erano molto amici e ad Holly piaceva vederli interagire. Loro contro il mondo. Era bello.
    -Cosa pensi di...Oho Morgana!- esclamò Holly mentre scoppiava a ridere. Non era da lei ridere così di gusto ma questo probabilmente solo perchè non era da lei stare insieme a persone che sapevano far battute e scherzare. Si portò una mano alla bocca e continuò a ridere.
    -Probabilmente ti faremmo una statua.- disse quando si riprese un po'. Non voleva aggiungere altro per essere certa di non offendere i compagni quindi fu grata di potersi concentrare sul compito: Holly prese il libro e lesse velocemente il capitoletto.
    -E' perfetto, Newt. Inizio a farne un riassunto.- disse Holly. Prese un foglio bianco e la stilografica. Era brava a fare riassunti e in più aveva una bella calligrafia. Sarebbe stata un'ottima ricerca comunque, in barba alla sfiga di Newt! Non poteva dar fuoco all'intera biblioteca, tanto.
    ...Vero?!?
    Holly Margaret Breen
    «follow me into the forest»
     
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